Episodi prima e durante la seconda guerra mondiale

L'omicidio Taverna

Nella serata del 9 luglio 1922 avvenne uno scontro violento tra fascisti e popolari. I primi, provenienti forse da Soncino, intendeveno chiudere le osterie a loro non gradite; ad un intervenne del dirigente del partito popolare Angelo Taverna che venne bastonato, quindi spararono dei colpi di rivoltella, uno dei quali colpiva mortalmente il figlio di Angelo, Giuseppe di soli 21 anni, mentre rimaneva ferito l'altro figlio Pietro.

Un aereo precipitato

La notte del 22 agosto 1944 in prossimità della cascina Settala precipitava un aereo anglo-americano che provocò con certezza tre vittime secondo gli atti ufficiali; probabilmente le cause furono dovute ad un guasto meccanico.

Secondo testimonianze di contadini vi fu anche un sopravvissuto, un militare che riuscì a raggiungere il borgo per chiedere soccorso, il quale venne poi condotto a Soresina. Le salme dei caduti vennero sepolte in via provvisoria nel cimitero di Genivolta, quindi prelevate nel 1945 dagli alleati. I resti dell'aereo vennero consegnati nel settembre 1944 al comando tedesco insediato a Ghedi.

I bombardamenti del 1944

Anche il tronco ferroviario di Genivolta fu, nel 1944, preso di mira dai bombardamenti: il più disastroso fu quello che avvenne nel primo pomeriggio del 14 dicembre quando alcuni aerei sganciarono bombe che, anziché la ferrovia, colpirono tre abitazioni ed una stalla. Secondo il rapporto redatto dal commissario prefettizio Martino Ferrari:

Sotto le macerie che si stanno rimuovendo sono sepolte sette persone: un'ottava è stata estratta cadavere. Colpita da schegge del capo, altra persona è stata raccolta senza vita in aperta campagna. Due feriti lievi. Sul posto loro gli alpini del distaccamento locale coadiuvati dai cittadini.

Il bilancio definitivo fu di otto morti.

Durante i funerali delle vittime il parroco don Luigi Bazzoni nella sua omelia si limitò strettamente a considerazioni di carattere religioso, cosa che indispose i gerarchi fascisti presenti i quali speravano in qualche invettiva contro gli anglo-americani, tanto che alla prefettura il gerarca ispettore circondariale Giuseppe Mazzolari scriveva:

Segnalo il comportamento equivoco del parroco di Genivolta il quale nella sua allocuzione non ha avuto parole di sdegno per il nefando ingiustificabile bombardamento.

Unaereo B29
Un bombardiere B29.

Il coraggio di un carabiniere

Natale Olivieri era nato a Genivolta il 24 ottobre 1923. Dopo l'armistizio entrò nella Resistenza, partigiano della brigata "Osella". Si consegnò per evitare rappresaglie contro civili: trascinato da Biandrate a Novara fu bastonato e torturato, quindi fucilato in piazza Crispi (ora piazza Martiri della Libertà).

Dopo la guerra al carabiniere Olivieri fu assegna la Medaglia d'Argento al Valor Militare con la seguente motivazione:

"Comandante di squadra partigiana, durante un impari combattimento contro un forte reparto fascista, dava splendide prove di ardimento e coraggio. Dopo aspra lotta, in cui riusciva a sottrarre il suo reparto da sicuro annientamento, ferito, cercava rifugio in un centro abitato, occultandosi in un edificio. Ricercato, ma non scoperto dal nemico che lo aveva inseguito, informato del delittuoso proposito di incendiare per rappresaglia alcune case, si consegnava spontaneamente ai fascisti. Tradotto al capoluogo di provincia, veniva fucilato su pubblica piazza, eroica vittima della lotta per la libertà e fulgido esempio di generoso altruismo".

Narale Olivieri
Il carabiniere Narale Olivieri.

Gli omicidi dell'aprile 1945

Il 1° aprile 1945 lungo la strada tra Genivolta e la cascina Valle veniva ucciso a colpi di mitra Renato Mancastroppa da Stagno Lombardo da parte di una squadra della guardia nazionale repubblichina. Era stato catturato presso la cascina Busta e, nonostante fosse ferito, riuscì per breve tempo a fuggire ma fu raggiunto e fucilato. Stessa sorte ebbe il mantovano Evangelista Gobbio, detto Gianni. Fu catturato lungo il fiume, torturato, condotto sotto un gelso e assassinato.

La procedura dalla guardia nazionale verso sbandati o partigiani, senza distinzione di sorta durante quei periodo di clandestinità erano quella della messa in opera di esecuzioni così sommarie che finivano poi per essere sottacciute, ne veniva vietato il riconoscimento ed eseguita in tutta fretta la sepoltura della salma.

 Ultimo aggiornamento: 26/01/2019


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